The night song of the day #467

1 Novembre 2025

Per la serie “Saturday night dance”.

Ancora sul mito di Icaro.

Per chi non lo sapesse, racconta la storia del giovane figlio di Dedalo, l’inventore ateniese che costruì il Labirinto di Creta per rinchiudere il Minotauro.

Quando Dedalo e Icaro furono imprigionati da re Minosse per impedire loro di svelare i segreti del labirinto, Dedalo costruì due paia di ali di piume e cera per fuggire dal carcere volando.

Prima di partire, Dedalo avvertì il figlio:

“Non volare troppo in basso, o l’umidità del mare appesantirà le ali;
non volare troppo in alto, o il sole scioglierà la cera.” (Dedalo)

Icaro, preso dall’ebbrezza del volo e dalla libertà, si avvicinò troppo al sole. La cera si sciolse, le piume caddero, e lui precipitò nel mare, dove morì. Il punto dove cadde fu chiamato Mare Icario.

Questa storia è vecchia di almeno duemila e seicento anni ed è stata reinterpretata milioni di volte. Però resta attuale. Ho il mio punto di vista che ribalta la lettura tradizionale del mito, basato sull’astrazione.

Astrarre significa staccarsi dalla realtà del proprio momento e immaginare quella di un altro tempo o di un altro luogo, dove le condizioni al contorno sono mutate. Potremmo non conoscere come o doverlo supporre, senza le competenze e le conoscenze necessarie. E allora sono le domande che fanno la differenza.

Icaro non avrebbe mai indossato le ali, se avesse visto prima una candela sciogliersi. Se costretto, la paura di morire nel cuore l’avrebbe protetto da tutte le altre passioni, che invece hanno preso il sopravvento uccidendolo.

La causa prima della morte di Icaro non è la disobbedienza e non è la pessima gestione delle emozioni. È l’incapacità di astrazione. Le altre ne son conseguenza, per lui come per ciascuno di noi. Qui risiede il mio interesse nel mito e anche il vostro.

Ripercorrete la vostra vita. Vi è mai capitato di conoscere esattamente pro e contro di ogni azione compiuta in passato, soprattutto di quelle finite male?

Mi capita spesso. Gli studi e il lavoro mi obbligano ad ampliare velocemente le mie conoscenze e le mie esperienze. Più divento esperto, più migliora la mia capacità di astrazione. Ma cosa succede quando incontro qualcuno a cui manca? E se sta per farsi male? Wallace ha già risposto meglio di chiunque altro:

“Ci sono questi due pesci giovani che nuotano… e incontrano un pesce più anziano che nuota nella direzione opposta. Il pesce più anziano dice: ‘Salve ragazzi, com’è l’acqua?’ E i due pesci giovani nuotano un po’ e poi uno guarda l’altro e fa: ‘Che diavolo è l’acqua?’” (D.F. Wallace)

Quando le persone che vi sono vicine si trovano in una situazione che voi conoscete e che sapete che finirà male, faranno di testa loro. È giusto evitare che agiscano?

La risposta è sempre no. Ogni persona deve decidere del proprio futuro e deve esserne pienamente responsabile. (#466) Allo stesso modo però, il mio personale IO ritiene di doversi accertare che l’astratto sia diventato concreto nella mente di chi agisce.

Come Dedalo mi accerterei di mostrargli una candela che si scioglie. Guarderemmo insieme quanto in fretta si consuma. Poi lascerei cadere un vasetto di ceramica dalla finestra della torre. Gli farei vedere come si rompe.

Infine gli ricorderei che c’è qualcuno che lo aspetta. Gli parlerei del dolore che si prova a perdere una persona. Del dolore che proverei se mio figlio morisse. Non esiste parola che definisca la morte di un figlio

E se tutto questo non bastasse, continuerei a dipingere, fino a che il quadro del futuro non sarà nitido nella sua mente. A quel punto, toccherà a lui.

Ma generalmente non si riesce a farlo. Tanto più le persone che vorremmo consigliare sono vicine, tanto più le amiamo, tanto meno ascolteranno le nostre parole. Che siano figli, genitori, mariti, mogli, amanti, la competizione supera il buon senso.

“Se vuoi dire qualcosa di importante alla tua fidanzata, telefona alla sua migliore amica.”

Certo in una relazione sana non dovrebbe funzionare così, nemmeno nei momenti di attrito. Perché dopo l’inevitabile ed evanescente rabbia del momento, la lucidità dovrebbe prendere il sopravvento, ma combattiamo milioni di bias.

In particolare, se qualcuno ci mettesse davanti a uno specchio e vedessimo un cane riflesso, quando per tutta la vita ci siamo creduti un gatto, potremmo mai accettarlo?

E se vedessimo una salamandra? Cosa faremmo?

Pretenderemmo che tutto il mondo continui a considerarci un gatto? Faremmo negazionismo? Ci suicideremmo?

Accettare le parole di un’altra persona è difficile, ma ancora di più lo è accettare quello che siamo. La ribellione diventa un’arma di difesa personale. Negare tutto, dichiararsi sempre in disaccordo, creare attrito, valorizzare sempre le proprie idee, non accettare aiuto, cercare di farsi da soli, imporre le proprie opinioni è una via per la salvezza del proprio mondo, soprattutto per gli insicuri. Ma per essere safe and sound bisogna affidarsi a chi ci vuole bene.

“I could lift you up,
I could show you what you wanna see,
and take you where you wanna be,
you could be my luck,
even if the sky is falling down,
I know that we'll be safe and sound,
we're safe and sound.”

(#417) Ma la consapevolezza è il primo passo verso una vita felice e soprattutto verso il raggiungimento di un fine. E i nostri cari possono aiutarci, se gliene diamo modo. Perché anche le salamandre saranno più felici di un cane che pensa di essere un gatto.

E dove si può essere più al sicuro che con la persona che ci ama di più? È sabato sera. Verresti a ballare con me? Let’s dance.

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