The night song of the day #474
18 Novembre 2025
Sull’etica della scelta dell’etica.
(#361, #384, #430, #437, #438, #447, #457, #462) Vari gruppi di potere hanno imposto la loro etica in epoche e luoghi diversi. Etiche minori affiancano quella principale, spesso da essa manipolate.
Ma sono mai esistite etiche giuste o sbagliate?
La domanda implica l’esistenza di un’etica superiore, che giudica. Non fossero sufficienti quelle che già esistono…
(#296) Per prima cosa uccido le due parole ostili: giusto e sbagliato. Quest’omicidio porta l’umanità alla dissociazione. Non si può vivere senza sapere cosa lo è e cosa no: nella vita degli operai, degli studenti, delle casalinghe e non solo in quella dei filosofi.
Oltre a uccidere le parole, ammazzo anche i concetti che queste rappresentano, così non potranno essere espressi in altri termini. Ogni mattina quando ci alziamo, ci dovremo chiedere cosa vogliamo fare, invece di cosa è giusto. Cambierà tutto.
Guardando la storia potremmo interrogarci sull’etica nazista, sull’etica dell’inquisizione o su quella sovietica. Ma se non possiamo chiederci se sono state etiche giuste, quale dovrebbe essere la domanda?
Ricerchiamo l’equo, il vero o l’utile?
Dobbiamo tenere presente le caratteristiche dell’ES umano per farlo vivere al meglio, e allora l’equo non è predatorio, la verità non esiste e l’utile non è quantificabile.
Non resta che parlare di benessere.
Quello odierno, quantomeno nei paesi occidentali, è un dono della tecnologia: che sia medica, elettronica o meccanica. Sicuramente legata ai geni che l’hanno inventata, ha però bisogno di un contesto favorevole per fiorire. Potremmo azzardare che l’etica che agevola lo sviluppo tecnologico è migliore di quella che lo ostacola. Filosofi, dove siete?
In questi termini il nostro pensiero mortale collassa. Incarcerare Galileo non fu né giusto, né sbagliato: solo un fatto. Miliardi di persone hanno vissuto in epoche e in luoghi la cui etica vigente sarebbe oggi inaccettabile e non solo l’hanno fatto, ma ne sono stati anche felici. Le etiche sono solo diverse. Étienne de La Boétie docet.
Diventa quindi irrilevante pensare a un’etica “giusta”, una vale l’altra. Forse vivremmo meglio in un mondo dove la Germania ha vinto la guerra, non potremo mai saperlo.
Ma tu che leggi stai vomitando. Pensare che l’etica nazista possa ritornare ti disgusta, e lo capisco. Ma non è questo il punto, è indiscutibile che le condizioni di vita della popolazione della Germania nazista fossero superiori a quelle dei tempi della Santa Inquisizione. Ma tu stai continuando a interrogarti su cosa è giusto e cosa è sbagliato, non riesci a distaccartene; pensi all’olocausto e alla guerra. Ma la guerra è parte della storia, che tu però non hai studiato. Le atrocità naziste o quelle sovietiche non sono né più cruente né più diffuse di quelle del passato. Sono solo più recenti, figlie di un’epoca in cui esisteva la diffusione di massa delle notizie.
Solo ammazzando il termine “giusto” riuscirai a vedere l’etica per quello che è, ad abbassare il potere del tuo Super-Io e a ridurre il tuo conflitto interiore. Ma l’etica vigente non vuole che tu lo faccia e lavora quotidianamente per evitarlo.
Il primo passo per migliorare la propria vita è capire che l’etica non può essere giusta, ma che è soltanto lo strumento con cui i bulli sottomettono le loro prede. Magari non avremo la forza di ribellarci, ma cerchiamo quella necessaria a evitare di pensare che la colpa delle loro malefatte sia nostra.
“You say you want a revolution,
well, you know,
we all want to change the world,
you tell me that it's evolution,
well, you know,
we all want to change the world,
but when you talk about destruction,
don't you know that you can count me out,
don't you know it's gonna be alright,
alright, alright.”
Correva l’anno 1968
The Beatles - Revolution