The night song of the day #478

23 Novembre 2025

Allora il mago alzò il braccio e il silenzio permeò l'aria. Il pubblico si voltò prima verso il mago, poi verso il treno poi, con un movimento improvviso, il braccio si abbassò e il treno scomparve. Settanta tonnellate evaporarono in un lampo, come acqua sulla brace di una sauna. Nulla era rimasto sul palco sotto i piedi del pubblico, che in visibilio s'era gettato a capofitto a controllare. Ma il treno, come la donna cannone, era mai stato lì?

(#425) L’unico a saperlo è il mago, unico proprietario dell’illusione collettiva, che solo con la sua perizia può trasformare in fake authenticity. Basta un piccolo scricchiolio, una minuscola crepa, per lasciare intravvedere la verità al pubblico.

Ma se l’inganno regge, allora tutti i presenti sogneranno di diventare maghi, come in questa domenica di sport i bambini italiani sognano di diventare Sinner. Andranno a casa e compreranno un mazzo di carte e due monetine, poi cercheranno su internet le istruzioni più semplici, e infine si sentiranno dei grandi maghi. Come le donne che si sentono delle top model dopo aver comprato una borsetta di Prada…

Allo stesso modo funzionano i social, il nuovo teatro illusione della realtà. Ma chi è lo sceneggiatore, chi inventa i nuovi trucchi? Ma soprattutto, quando si smette di essere spettatori e si diventa maghi?

Il primo passo è quello di capire di essere in un grande teatro e non nella vita vera. L’illusione della magia funziona solo per gli spettatori, diventato mago vedrai solo le cose per come sono, un trucco. La parte peggiore arriva infatti quando gli spettatori desiderano diventare maghi. La delusione della scoperta del trucco ti riporta a quando quel bambino più grande ti ha rivelato che Babbo Natale non esiste. Depresso, ti deprimi ancora di più quando realizzi che quei trucchi non li sai nemmeno eseguire.

Caro ragazzo, spettatore, che apri un account su Instagram, devi capire dove sei. Non c’è sconto. Devi capire che non c’è nulla di vero, nemmeno te stesso, perché saranno le foto e i video che posterai a definire la tua identità.

Ancor prima di aver caricato la prima foto, nella tua mente dovrà essere chiaro il trucco e quindi il motivo di ogni tua azione, a partire della scelta del nome. Ogni artista che si rispetti ha un bel nome d’arte, vale anche per i maghi.

Anche esistere sui social, senza voler strafare, richiede un pensiero preliminare. E questo mi porta a farmi un’ultima domanda.

Tutti gli spettatori possono diventare maghi?

Assolutamente no. Servono due qualità. La prima è di essere dei bravi attori, la seconda è di voler stare sul palco. Un’urgenza ineluttabile di protagonismo deve scorrere nelle vene del futuro mago illusionista, passato al mondo come influencer.

Ma non basta, ne serve una terza. La personalità. Forse la più grande assente della GenZ.

L’intelligenza non è necessaria, rivolgetevi a un buon manager, perché altrimenti non ci sarebbe nemmeno un influencer al mondo.

Resta un’ultima considerazione, forse la più importante.

Quid prodest magum fieri? A chi giova diventare un mago?

Solo a coloro che saranno in grado di ripagare il tempo e i soldi spesi per diventarlo.

“One dream, one soul,
one prize, one goal,
one golden glance of what should be,
it's a kind of magic.”

Correva l’anno 1986

Queen - A kind of magic