The night song of the day #480
25 Novembre 2025
De insania sensuum.
Tanto si è detto sui sensi, ma c’è una cosa che mi colpisce sempre. Riguarda l’obnubilazione dei sensi dal mio punto di vista. Oggi mi sono deciso a scriverla dopo una visita pre-natalizia a Duglas.
La discussione filosofica degli ultimi tremila anni ha vertito sul conflitto tra intelletto e sensi, con rappresentanti di ambo le posizioni, senza venirne mai a capo.
“Le cose viste non sono oggetto di scienza ma di opinione; solo le cose intellegibili sono oggetto di scienza […] La comunanza con i sensi impedisce all’anima di conquistare la verità.” (Platone)
“I sensi non ingannano mai; è soltanto l’intelletto che erra.“ (E. Kant)
Ritengo che l’impostazione di questa ricerca possa essere migliorata, senza ridurla a ragione e sentimento e credo che, oltre a cercare una risposta che modelli meglio la realtà, sia il caso di ampliare l’ambito di ricerca introducendo, oltre ai sensi e all’intelletto, tutti i concetti di basi coinvolti: in primis quello di ES.
(#361, #384) Mi domando come sia possibile che nella lunga storia della filosofia e della letteratura, la quasi totalità dei filosofi abbia confuso i sensi con l’ES: il dato sensibile con le pulsioni umane. Non è una svista da poco
“I sensi turbano, e spesso trascinano i giudizi in direzione opposta.” (Seneca)
(#476) I sensi non sono che i ponti con il mondo esterno, non possono recare turbamento.
Non contribuiscono di per sé a ottenere una reazione umana irrazionale. Questa viene sempre dall’ES o dal suo rapporto con il Super-IO.
In questo modo si spiegano i segreti della faccia illuminata della Luna, anche se mi riservo di riprendere e ampliare in futuro le interazioni tra ES e IO, la nostra parte razionale.
D’altro canto mi permetto di non essere d’accordo nemmeno con Kant. I sensi possono confondere. E cercherò di far luce anche sulla faccia nascosta, ma in modo semplice.
Vado in piscina quasi tutti i giorni, e quando arriva il momento fatidico di entrare in acqua, mi siedo a bordo vasca e, prima di tuffarmi, lascio le (lunghe) gambe a mollo per 2 minuti. Alcuni giorni l’acqua è calda e altri è fredda. Allora controllo il termometro, ma non cambia mai. Ventotto gradi e qualche decimo, ogni santa volta.
Lo stesso mi capita quando mixo una canzone, quando assaggio la stessa pietanza in continuazione e in altre mille situazioni, come entrare in profumeria, com’è successo oggi, dove mi confondo quasi subito. Dopo 3 campioncini provati, non sono più in grado di percepirne la differenza.
Se nel passato ci sarebbe stato spazio per le opinioni sulle percezioni, i moderni sensori di rilevazione le eliminano in favore di una misura oggettiva, dimostrazione della reale fallacia dei nostri sensi, che però nulla ha a che vedere con la razionalità.
L’unico modo per ripulire i sensi obnubilati è quello di spostarsi dall’ambiente sovra-stimolante e di cercare un campione di riferimento con cui confrontarsi. Stiamo accordando uno strumento? Dobbiamo far suonare un La che sia per certo a 440Hz. Ma questo presuppone ancora una volta di avere a disposizione degli strumenti di misurazione.
Adesso possiamo guardare la Luna da vicino. La fallacia, dei nostri sensi e della nostra capacità d’analisi, genera i crateri sulla sua superficie.
I sensi ci permettono di relazionarci col mondo esterno e saremo per sempre loro grati per questo, ma per quanto raffinati hanno dei limiti tecnici che ne riducono la precisione. Il risultato è di ricevere informazioni errate.
Tali informazioni devono essere poi razionalmente rielaborate dall’IO, che sicuramente ha dei limiti computazionali. Una volta disponibili possono scatenare la guerra tra ES e Super-IO, che l’IO potrebbe non riuscire a sedare e che provocherebbe delle azioni totalmente irrazionali.
Il risultato è quello che ho esposto nella (#457):
“Pertanto la verità è puntiforme quanto la morale.” (auto-citazione)
Qui è spiegato bene perché la verità, come la intende l’etica, non possa esistere. Così ho restituito un valore sociale alla povera e bistrattata etica vigente, qualunque essa sia e spiegato in un sol colpo perché Étienne de la Boétie sia stato un genio incompreso. Aveva capito che per quanto non esista, le persone hanno un disperato bisogno della verità e sono disposte a farsi sottomettere per averla.
“I've had enough of reading things
by neurotic, psychotic, pig-headed politicians
all I want is the truth
just give me some truth”
Alla luce di quanto ho scritto, siamo veramente sicuri di volerla?
Correva l’anno 1971
John Lennon - Gimme some truth