The night song of the day #481

1 Dicembre 2025


(#361, #384) Sono sicuro che se aprirai un’antologia di letteratura o di filosofia, ti sentirai uno stupido, e se l’hai già fatto, lo sai già. Nella maggior parte dei casi lo sei davvero, ma prima di cedere allo sconforto, devi averne la certezza. Prendi un libro scritto dal filosofo o dal letterato che stai studiando sull’antologia, e leggilo. Se ti sentirai ancora stupido, non hai speranze; ma può succedere che non sia così. Le antologie non sono scritte per essere capite, ma per essere imparate a memoria dai custodi dell’etica.

Mi è successo di nuovo l’altro giorno, assistendo a un intervento su Spinoza, che non ha fatto che confermare la tesi sopra. Parlando dell’epoca di Galileo e della rivoluzione scientifica in termini incomprensibili, il relatore ha obbligato la mia mente a guardare le cose al contrario, e il cielo si è immediatamente schiarito.

(#347, #348, #349, #416, #457) Ho già chiarito che la verità in senso assoluto non esiste, di conseguenza ogni persona si sente giustamente libera di avere un’opinione su tutto. Ho anche chiarito la valenza di tali opinioni.

Quando il gruppo di potere plasma la sua etica, questa è per certo l’espressione della sua volontà, che diventa contenitore di interessi ma anche di umanità. Parte di questa umanità sono proprio le opinioni, che con i potenti si sono alternate nel corso dei secoli, trasformando il mondo a piacimento. Quasi sempre in peggio.

Ma se siamo d’accordo che non esistono opinioni giuste o sbagliate, è anche vero che alcune funzionano più delle altre. Se dal balcone lasciamo un sasso, questo cadrà, non inizierà a volare nell’aria come una libellula.

Dopo essersi sentiti dire che i re possono controllare le piogge tramite le valvole dell’oceano esterno, che i terremoti avvengono perché i re controllano gli enormi animali sotto la crosta terrestre che li causano e che il sole gira intorno alla terra in maniera irregolare a causa dei peccati del popolo, qualcuno si è stufato.

Con una brillante trovata Cartesio ha inventato il metodo scientifico, che al netto della propaganda, altro non è che un sistema di certificazione delle opinioni in grado di resistere agli attacchi dell’etica, del gruppo di potere.

“Ma non temo di dire che penso che avrei avuto spesso occasione di ingannarmi, se non avessi avuto per guidarmi non una scienza, ma un metodo, che mi fa pensare di poter accrescere a poco a poco le mie conoscenze, e per ben guidare la mia ragione e cercare la verità nelle scienze.” (Cartesio)

Le dimostrazioni sono solo un mero strumento per evitare che l’alternarsi delle etiche possa dichiarare “sbagliate” opinioni che funzionano. Un’idea geniale per preservarle nel tempo e permettere loro di stratificarsi, nonostante i rovesci dei potenti.

In questo modo Cartesio ha creato un nuovo gruppo di potere trasversale a tutti gli Stati sovrani, che ha avuto la possibilità di promulgare un’etica, la cui unica via di sopravvivenza, però, è l’obbligo imperativo di scartare immediatamente le opinioni sbagliate. Qui l’idea geniale di creare un metodo e trasformarlo nella prima vera costituzione della storia.

Ne è seguito il fiorire di una straordinaria liturgia, necessaria al successo dell’impresa, in cui le parole leggi, postulati, teoremi, dimostrazioni, esperimenti sono state diffuse tramite una propaganda magistrale, fino a divenire parte delle vite di tutti.

Per noi che abbiamo capito come funziona il meccanismo si tratta di opinioni e non di leggi, e la loro valenza è sempre locale e non universale, mai eterna; funzionano qui e adesso. Molte volte la comunità scientifica si è sbagliata, nel bene e nel male, ma la sua costituzione fino ad oggi l’ha tutelata, obbligandola a riparare all’errore.

Ed è solo la stratificazione delle opinioni che funzionano che ha portato al grande benessere di cui buona parte della popolazione mondiale oggi, a vario titolo, gode.

Ringraziamo Cartesio e quella rivoluzione, che non è stata della ricerca della verità come molti sostengono, nemmeno della libertà di poterla dire, ma nella possibilità di imporla come etica.

Ringrazio anche quella povera relatrice incompetente che mi ha permesso di mettere la rivoluzione scientifica al posto giusto nell’universo dei miei pensieri, però non mi dispiace il fatto che gli studenti genZ non siano più disposti ad ascoltarla blaterare. Con il livello del suo intervento è riuscita a rendere TikTok un’alternativa di valore.

“Don't ya know,
they're talking about a revolution?
it sounds like a whisper.”

La rivoluzione più rilevante sul benessere dell’umanità non è stata fatta con le armi, ma con le parole sussurrate a una lavagna.

Correva l’anno 1988

Tracy Chapman - Talkin’ ‘bout a Revolution