The night song of the day #482
3 Dicembre 2025
Oggi è mercoledì e mercoledì vuol dire cena coi bro.
Prima di parlare del menu di oggi voglio riportare quello di giovedì scorso, che non ho ancora scritto a causa della febbre alta che mi ha preso dopo la cena.
Ecco il menu del ringraziamento:
Antipasto: Misto con selezione di tartine homemade.
Piatto unico: Tacchino con gravy, stuffing, mashed potatoes, salsa di mirtilli.
Torta: cheesecake con salsa di lampone o ganache all’arancia.
Grandissima cena, peccato che subito dopo sia stato male.
Ecco invece il menu di oggi:
Antipasti: Misti con salumi
Primo: Risotto con i funghi
Secondo: Cotoletta alla milanese con patatine fritte e aioli al basilico
Dolce: Crêpe Suzette
Cena tradizionale che nella sua semplicità funziona sempre, perché la ricercatezza non sempre coincide con la soddisfazione, MC docet.
Mentre gli altri si godono queste prelibatezze, mangio il mio riso bollito e contemplo l’orizzonte. Il mio posto a tavola è di fronte a una grande vetrata che dà sul terrazzo. L’abbiamo addobbato, è pieno di lucine che illuminano Milano. Il mio sguardo va oltre sciogliendosi in un sogno liquido, mentre in sottofondo i bro si azzuffano per distruggere le teorie che ho esposto nell’ultima song.
Cammino sul terrazzo, passo dopo passo mi avvicino al parapetto che improvvisamente si dissolve. Non riesco a fermarmi. Non controllo le mie gambe. Sono arrivato alla fine, il mio piede si alza di nuovo e come un novello Indiana Jones si appoggia nell’aria, che invece di cedere sotto il suo peso mi sostiene. I miei piedi continuano ad avanzare, autonomi.
Mi trovo sospeso a quaranta metri da terra. Sotto di me si alternano strade e case ben note, ma che sembrano sconosciute viste da questa prospettiva. Perdo i miei punti di riferimento. Cerco di girarmi per vedere il Duomo e i grattacieli come sono abituato a fare, ma non riesco. L’ansia sale. Viro a destra, riconosco in lontananza il campanile di Sant’Ambrogio. Avanzo veloce.
Fa freddo ma sono sudato, l’ansia mi fa quest’effetto. Arriva del maestrale, forte, non riesco a tenere la testa alta, vedo quello che c’è sotto di me, soffro di vertigini che alimentano la mia ansia. Vorrei urlare ma nessuno mi sentirebbe. Non c’è nessuno.
Sono solo, vago nell’etere, senza punti di riferimento, senza controllo e senza sapere dove sto andando. I miei piedi aumentano ancora la velocità. Il vento in faccia si aggiunge al maestrale, tagliente dal freddo.
Sto sempre peggio. L’ansia ha preso il controllo diventando panico. Raduno i miei migliori buoni pensieri difensivi. Evito di crollare ma succede qualcosa. Sono senza fiato, sudato, e d’un tratto l’etere non sembra più un pavimento solido. I piedi cominciano ad arrancare come nel fango.
Sotto di me la basilica. Provo a guardarmi attorno. So dove sono, ma sono solo, spaesato, fuori controllo. Non resta nulla. Il pavimento cede improvvisamente. Un sentimento di terrore s’impossessa di me, ma dura poco, giusto il tempo di cadere e di schiantarmi al suolo.
È finita. Di colpo mi sveglio strattonato dal mio vicino, che vuole non meglio precisate spiegazioni sulle opinioni funzionanti.
Mi riprendo. Sono comunque tutto sudato. Mi alzo e nell’attesa delle patate bollite me ne vado in camera. Al buio, illuminato solo dalle luci della città, mi levo la maglietta, mi asciugo, un po’ di deodorante e scelgo dei nuovi vestiti. La temperatura del mio corpo non è ancora tornata normale.
Penso.
Devo calmarmi, il respiro è alterato, ma so che questi sogni lucidi rappresentano questo momento della vita e quindi mi agito anche nel mondo reale. Combatto con tutti i mezzi di cui dispongo. Ora sono asciutto. Mi rimetto la maglietta, la felpa, apro la porta e percorro il lungo corridoio fino alla sala da pranzo. Entro e un fiume di luce m’investe. Sorrido e vengo di nuovo sommerso dalle domande dei bro.
“Please could you stop the noise? I'm trying to get some rest,
from all the unborn chicken voices in my head,
what's that? (I may be paranoid, but not an android),
what's that? (I may be paranoid, but not an android)?
Correva l’anno 1997
Radiohead - Paranoid android